UN BLOG PER L SCUOLA
Di tanto in tanto un insegnante che fa altro nella vita sforna un libro sulla scuola. Ve ne sono di vario genere e tipologia, e invariabilmente presentano una visione parziale del mondo della scuola. Né potrebbe essere altrimenti, visto che chi scrive tali libri è una persona singola, con una visione che non può che essere parziale e particolare. Ma questo è l'unico tipo di voce di insegnanti che arriva all'opinione pubblica.Allora perchè non dare spazio a tante voci di insegnanti per comporre un quadro della scuola variegato, complesso, reale come è la scuola stessa?
Ecco l'idea di un blog per dar voce agli insegnanti che, con gli studenti, sono gli indiscussi e troppo silenziosi protagonisti del mondo scuola.
In un momento di forti cambiamenti, in cui ci si sente sulla soglia di rivolgimenti epocali, è giusto che la nostra voce si faccia sentire forte e chiara, visto che non è mai richiesta da nessuno di coloro che prende le decisioni.
Invece di raccontare la scuola al proprio cane proviamo a raccontarla a modo nostro a chi vuole starci a sentire.
Facciamolo insieme. Sarà un modo per riappropriarci di uno spazio di racconto che una volta era nostro di diritto e non abbiamo saputo difendere.
Un blog è lo strumento che può darci la visbilità sociale - anche se non lo status - che non abbiamo. La nostra voce e le nostre idee possono così arrivare anche a chi prende decisioni sulla nostra pelle senza consultarci.
Facciamo sapere
- chi siamo
- come viviamo la scuola
- come abbiamo vissuto e viviamo i cambiamenti
- quale sarebbe secondo noi, non la scuola ideale, ma la scuola possibile
Questo non è che l'inizio. Lo spazio è pubblico. Lo metto a disposizione di chi, come me, è stufo di lamentarsi in privato e vuole dire la sua.
Maria Teresa Ciaffaroni
2 comments:
Raccolgo l'invito ben volentieri. Sono anch'io un'insegnante frustrata e disillusa sulla possibilità che qualcosa cambi veramente, stanca di essere considerata dalla massa dei cosidetti'lavoratori' quella che ha tre (?) mesi di vacanza, quella che, nella migliore delle ipotesi, 'vende parole', come se la cultura potesse essere venduta a peso (continua)
("Mi da' un chilo di Dante, mezz'etto di Shakespeare e un'assaggio di Moliere" "E' un chilo e mezzo, lascio?"). Il mio lavoro mi piace, mi piace il contatto quotidiano con i ragazzi, il loro caos ordinato la loro voglia di cambiare..sì, anche a loro non sta bene questa scuola fatta da mummie. Insieme con i miei alunni cerco di inventarmi ogni giorno il mio mestiere (passatemi la parola), insieme con loro perchè è così che si fa scuola, il processo di insegnamento-apprendimento passa proprio dal contatto tra chi da' e chi riceve e se non si capisce questo non si può fare scuola. Tanrto per cominciare...
Maria Antonietta Valente
Post a Comment