Monday, April 11, 2011
Paola Mastrocola: Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare. Guanda 2011.
Non è la prima volta che Mastrocola scrive di scuola. Anzi. Lo fa regolarmente da qualche lustro piangendo in modo sempre più accorato sui bei tempi andati e auspicando un ritorno a quel mondo in cui le cose erano vere, i docenti insegnavano, gli studenti studiavano e tutti erano felici e contenti. Sembra però che per un loro spirito perverso i suoi scritti precedenti abbiano sortito l'effetto contrario rispetto a quello voluto dalla loro autrice. Più lei si è affannata a decantare la necessità, la bellezza, l'intima e ineffabile felicità dello studio matto, solitario e disperatissimo, più gli studenti si sono ostinati a non studiare e si sono insomariti e le famiglie incarognite a tenerli lì a scaldar banchi e far disperare le povere docenti di lettere del liceo.
Ecco allora Mastrocola metter mano a un saggio che si propone di riformare non solo la scuola ma tutta la nostra degenerata, consumistica e sbrindellata società e tirar fuori il coniglio dal cilindro. Inutile continuare a gettare perle ai porci. Per far felici tutti non mandiamoli più a scuola questi frustrati studenti somari ma facciamo scegliere loro liberamente che cosa vogliono fare. Allo stato attuale, ignoranti e incapaci come sono, cosa mai potrebbero fare? Bisognava pensarci prima. Bisogna pensarci prima. La soluzione è di stampo evangelico e consiste nel separare il grano dal loglio, anzi nel triplicare la scuola. KCW. La sigla è inglese ma il concetto italianissimo, Knwoledge, Communication, Work. Leggi: Liceo, scuola professionale, scuola esperienziale o della comunicazione. Chi ha voglia di studiare vada al Liceo, chi ha voglia di lavorare vada alla scuola professionale, chi vuole divertirsi e giocare con le tecnologie scelga la scuola della comunicazione. Ve n’è per tutti i gusti. Inutile precisare quale opzione prediliga la nostra.
La scelta del tipo di scuola va fatta però a 6 anni perché poi è troppo tardi. Una volta imboccata la strada sbagliata è praticamente impossibile cambiare direzione. Si sa, la personalità è pienamente formata a quell'età e a voler ben guardare si vede già pienamente come sarà l'individuo adulto. Perché ostinarsi a volerlo piegare in una direzione se quello tende in un'altra? E se a sei anni l’alunno non è in grado di scegliere per sé lo faccia la famiglia per lui. O meglio, visto che spesso la famiglia non è in grado di scegliere in base a criteri oggettivi, lasciamo l’incombenza agli insegnanti - possibilmente di lettere del liceo, utilizzati all’uopo come consulenti. A un esperto basta uno sguardo per giudicare e decidere senza tema di fallo. Non in base al censo, certo che no, ma in base all’inclinazione o meno dell’alunno per lo studio astratto. Sarebbe poi auspicabile lasciare libertà di passaggio da un ordine di scuola ad un altro ma, come chiunque può capire, ciò comporterebbe insormontabili difficoltà organizzative e di gestione e quindi una volta operata la scelta ognuno vada felicemente per la sua strada che lo porterà comunque a realizzare pienamente le proprie potenzialità.
La soluzione è di quelle semplici ma indubbiamente efficaci. L’autrice sospetta però che i tempi non siano ancora maturi per la sua realizzazione a breve. Troppi pregiudizi e orpelli di tipo culturale, burocratico, pedagogico. Allora ci viene il dubbio, poco caritatevole ma fondato, che si accontenterebbe di qualcosa di meno. Che cioè qualcuno liberi le sue classi di liceo dall’inutile zavorra – o che diano a lei la possibilità di farlo a colpi di veloce ed indolore selezione - per permettere a lei e ai suoi Demonti – Demonte è il suo prototipo di alunno modello, studioso, che sa tutto e ripete punto per punto quello che spiega l’insegnante - di dedicarsi senza affanno alla pietosa opera di tenere in vita il povero Torquato Tasso che attualmente gode di pessima salute. Ci viene anche il sospetto che in questo Mastrocola sia in ottima compagnia.
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