Tuesday, February 10, 2009



La scuola è irrecuperabile. Recuperiamo la scuola

La Bomba è scoppiata. Le scuole italiane non hanno più soldi e non possono organizzare i corsi di recupero. É la classica goccia che fa traboccare il vaso. La situazione è ormai irrecuperabile. E’ in momenti come questi che bisogna fare appello alle forze più sane del paese e procedere ad azioni risolutive.

Intendiamo qui lanciare un appello perché il presidente del consiglio proceda ad un veloce rimpasto di governo ed insedi in Viale Trastevere un ministro in grado di prendere seriamente in mano la situazione. Proponiamo la professoressa Paola Mastrocola. Nonostante l’aspetto fragile e la voce esile, la professoressa ha la tempra dei grandi leader. È una persona che va sempre avanti e finisce le cose. Ha mano di ferro in guanto di velluto, alla Margaret Thatcher, cui somiglia anche vagamente. Lo dimostrano la tenacia e la costanza con cui da anni va spiegando quali sono le soluzioni ai mali della nostra scuola. È tempo che qualcuno le dia retta.

La professoressa ha proceduto con metodo e rigore. Prima ha raccontato i problemi della scuola in forma di parabola in un suo romanzo, La barca nel bosco, poi, visto che i suoi appelli non hanno avuto esito, ha provato a raccontare la scuola al suo cane. Non deve essere andata molto meglio, perché ha preso l’abitudine di recarsi in Viale Trastevere per parlare di persona agli inquilini che vi si sono succeduti con una certa frequenza. Evidentemente chi non ha orecchie per intendere non intende e la nostra è costretta a dire pubblicamente la sua un giorno si e l’altro pure.

Ora, come si sa, le chiacchiere servono a poco. Sono i fatti quelli che contano. Se alla professoressa si concedono i poteri decisionali e gli strumenti adeguati siamo sicuri che sarà in grado di rovesciare la situazione della scuola italiana in men che non si dica. Le sue idee hanno il pregio della semplicità. Sono di quelle cui è facile dare solide gambe per marciare e, con una piccola spinta, possono innescare quell’effetto valanga che ha dato avvio a tante rivoluzioni: gli studenti devono studiare (almeno 6 ore al giorno), i professori devono poter finire i programmi (tutti e fino in fondo). E’l’uovo di Colombo, ma nessuno è stato in grado finora di rendere operativi questi due semplici assiomi, Siamo sicuri che la professoressa Mastrocola ci riuscirebbe. Diamole una chance. Gli effetti positivi non mancheranno e saranno avvertiti a tutti i livelli della società civile.

Al fine di facilitare il compito alla ministra in pectore, ci permettiamo, con il dovuto rispetto, di suggerire alcune semplici misure di accompagnamento.

• Abolizione della scuola pubblica. Una semplice misura dagli effetti prorompenti. Effetto principale: se si paga per qualcosa se ne apprezzano i benefici e le famiglie si attiveranno per far studiare i propri figli. Effetto secondario: il risparmio finanziario fornirà un cospicuo contributo al risanamento del debito pubblico. Che in tempi di crisi non è cosa da poco.
• Chiusura di tutte le scuole secondarie ad eccezione dei licei. Contribuirà a rendere maggiormente efficace la misura precedente. Tecnici e professionali sono noti ricettacoli di scaldasedie e parcheggio di futuri disoccupati. Tanto vale inserire costoro nel mondo del lavoro prima possibile. Potranno essere impiegati in mansioni ora appannaggio di immigrati indesiderati e indesiderabili, con il risultato di abbassare i salari e l’età media degli occupati e con notevoli benefici secondari per le casse previdenziali e la pace sociale.
• Avvio al lavoro coatto di alunni con più di due insufficienze. Non tutti hanno attitudine allo studio. Perché infierire? Un lavoratore appagato è molto meglio di uno studente scontento. Prima lo capisce, meglio è per tutti.
• Obbligo di studio coatto di almeno 6 ore al giorno per tutti gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado che non rientrino nelle categorie di cui sopra. La misura deve prevedere strumenti per rendere tale obbligo effettivo. Si suggerisce qui a titolo esemplificativo.
o fornitura ai genitori di robuste funi per legare i propri figli alle sedie delle scrivanie – acquistabili con i risparmi sulla spesa pubblica;
o impiego di contingenti delle forze dell’ordine e dell’esercito - già efficacemente utilizzate per l’ordine pubblico – come supporto a genitori in difficoltà alle prese con figli particolarmente recalcitranti;
o corsi di riqualificazione per genitori lassisti e/o incapaci di inculcare la dovuta disciplina;
o Requisizione d’ufficio di tutte le apparecchiature elettroniche in possesso degli alunni - computer, play station , iPod, telefonini ecc – che potranno essere rivenduti per finanziare la campagna di risanamento culturale.
• Stesura del testo unico dei programmi per ogni disciplina da appendere in ogni aula e da seguire scrupolosamente da parte di ogni docente, fino all’ultima virgola, pena la rimozione dall’insegnamento in tutte le scuole della Repubblica.
• Pubblicazione di appositi manuali unici di studio – in bianco e nero e senza alcun supporto visivo – che permettano lo svolgimento completo dei programmi ministeriali.
Anche queste misure devono prevedere appositi strumenti attuativi . Si suggerisce qui a solo titolo di esempio
o Rimozione e vendita – all’ammasso - di tutte le strutture tecnologiche - poche - di cui le scuole sono dotate. I proventi potranno essere usati per l’acquisto di solide lavagne e nodose bacchette;
o Revisione della dotazione libraria di tutte le biblioteche scolastiche e non, con rimozione di qualsiasi libro o rivista che contenga anche lontane allusioni a Pedagogia, Didattica, Psicologia.
o Macerazione di tutti i romanzi pubblicati dopo l’editio princeps dei Promessi Sposi.
• Creazione di una commissione di saggi per vigilare sull’attuazione delle misure qui esposte. Si consiglia vivamente di affidarne la presidenza a qualche giornalista di chiara fama e di provata indipendenza.

Sperando di aver fatto opera di pubblica utilità, ci auguriamo che il nostro suggerimento venga preso in seria considerazione e sottoponiamo il nostro appello al giudizio di tutti i cittadini e i genitori responsabili.

Una docente speranzosa

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